Adeguamento impianto elettrico esistente: quando e come farlo
Info, costi e interventi per la revisione dell’impianto elettrico esistente
Il tempo passa anche per le nostre case ed i loro impianti. Con lo scorrere degli anni alcune componenti possono rovinarsi oppure diventate obsolete e devono essere rimpiazzate con parti più moderne, funzionali e soprattutto sicure. L’adeguamento dell’impianto elettrico esistente serve proprio a questo, ovvero migliorare e adattare l’impianto che è già presente alle nuove normative. Scopriamo quando deve essere fatto, come eseguirlo, a chi rivolgersi e quanto può costare.

Cosa s’intende per adeguamento dell’impianto elettrico
Quando si parla di adeguamento dell’impianto elettrico esistente si fa riferimento a quella serie di interventi che si eseguono per ammodernare e rendere conforme alle normative attuali l’impianto. Nel corso del tempo, infatti, gli impianti elettrici possono subire delle modifiche che possono allontanarlo dai requisiti previsti dalla legge, ma anche le normative possono cambiare, rendendo necessario l’utilizzo di componenti più moderne e sicure. L’adeguamento può quindi essere definito come un aggiornamento dell’impianto che si concretizza con la sostituzione delle parti che sono diventate obsolete con altre più recenti e funzionali.
Gli interventi che si possono eseguire durante un adeguamento sono tanti: la sostituzione dei cavi vecchi o dei conduttori datati, l’aggiunta di dispositivi che proteggono da sbalzi di tensione e sovraccarichi, il cambio degli interruttori, l’installazione di punti luce all’altezza dei livelli di illuminazione richiesti per l’utilizzo degli spazi e così via. In sintesi, si può dire che l’adeguamento dell’impianto elettrico esistente ha l’obiettivo di rendere l’impianto più efficiente, più sicuro ed in linea con quanto previsto dalle normative in materia.
Adeguamento impianto elettrico esistente: quando intervenire
Non esiste un momento preciso in cui si deve effettuare una revisione ed un adeguamento dell’impianto elettrico esistente, ma ci sono alcuni fattori di cui si deve assolutamente tenere conto. Il primo è rappresentato dall’obsolescenza delle componenti dell’impianto, ovvero il loro superamento tecnologico (quindi la comparsa di alternative più moderne, sicure e performanti) o la loro perdita di efficienza causata dall’utilizzo continuo e dall’usura.
In linea di massima si stima che gli impianti elettrici civili abbiano una durata di trent’anni. Il secondo fattore si può individuare nella comparsa di malfunzionamenti: quando l’impianto dà problemi e non funziona più bene (ad esempio, se il salvavita scatta di continuo oppure si registrano cali di tensioni frequenti) è il caso di fare una revisione e fare gli interventi necessari, anche se non sono stati raggiunti i trent’anni di età dell’impianto. Infine, il terzo fattore è rappresentato dalle normative: sono proprio le leggi a rendere obbligatorio l’adeguamento degli impianti in alcune situazioni, come ad esempio quando c’è un cambio di proprietà.






