Sistema di videosorveglianza banche, bancomat e Atm
Guida agli impianti di videosorveglianza per banca e sportelli
Quella di subire un furto in casa è una delle paure più diffuse tra gli italiani, ma le abitazioni non sono di certo gli unici obiettivi del malviventi. Ci sono anche quelli che sognano di mettere a segno il “colpo grosso” prendendo di mira istituti bancari e finanziari. Per questo motivo l’industria della sicurezza continua a lavorare per riuscire a fornire i migliori strumenti per proteggere queste realtà (e le persone che si trovano al loro interno come clienti o come personale) da furti, frodi ed altri tipi di pericolo. In questa pagina approfondiremo il discorso relativo agli strumenti ed alle regole relative ai sistemi di videosorveglianza di banche e sportelli bancomat e ATM.
L’importanza della videosorveglianza nelle banche
Tra tutti i luoghi pubblici che si possono incontrare passeggiando per le vie delle nostre città, le banche forse sono quelli che richiedono i più elevati standard di sicurezza. Le sedi centrali e le filiali dei vari istituti devono dotarsi di tutti gli strumenti che gli permettano di impedire i furti e di proteggere il personale, i clienti ei loro beni personali. Al giorno d’oggi sono disponibili soluzioni moderne ed altamente efficaci, con sistemi di allarme e impianti di videosorveglianza all’avanguardia.
Le telecamere permettono di individuare e documentare le attività anomale o sospette e in alcuni casi danno la possibilità di effettuare il riconoscimento facciale e l’identificazione dei fuorilegge. Solitamente gli impianti sono collegati direttamente con le Forze dell’Ordine, in modo da garantire un pronto intervento. Fanno parte del sistema anche gli strumenti di controllo degli accessi ed altri.
Ma il livello di attenzione deve rimanere altissimo non solo all’interno degli edifici delle banche, ma anche all’esterno, e più precisamente agli sportelli automatici ATM.
Purtroppo quelli che vengono comunemente chiamati Bancomat sono spesso l’oggetto delle mire dei banditi: le notizie relative ai tentativi di scassinamento e di manipolazioni o addirittura di aggressioni alle persone che hanno appena prelevato del denaro contante si susseguono, ma per fortuna i colpi che vanno a segno non sono molti, viste le moderne misure di sicurezza che vengono adottate dagli istituti di credito per difendere i loro sportelli ed i loro clienti.
Normativa videosorveglianza banche e privacy: cosa dice la legge
I sistemi di videosorveglianza svolgono un ruolo fondamentale nella sicurezza delle banche. Il loro utilizzo, però, deve avvenire entro dei precisi limiti che sono stabiliti dal Regolamento GDPR e da altre normative nazionali relative alla privacy ed alla protezione dei dati personali. Tutte le banche, in quanto titolari del trattamento dei dati personali raccolti anche tramite videocamere, sono obbligate a rispettare questi limiti e a fornire alla loro clientela tutte le informazioni relative ai dati trattati, alle loro finalità ed ai tempi ed alle modalità della loro conservazione.

Informativa videosorveglianza Gdpr banca
L’informativa sulla videosorveglianza GDPR in banca è un documento che l’istituto di credito deve redigere per spiegare a chi si reca all’interno dei suoi locali come saranno trattati i dati personali che vengono acquisiti attraverso le telecamere che compongono l’impianto di videosorveglianza.
Nell’informativa vengono riepilogati i dettagli relativi alle finalità, alle basi giuridiche, alle modalità di accesso ed ai tempi di conservazione delle stesse immagini. Il testo deve essere chiaro, ma soprattutto deve essere accessibile in modo facile a chiunque; solitamente all’interno delle banche sono presenti dei cartelli informativi, mentre il documento completo si può trovare sui siti ufficiali degli istituti di credito.
Per prima cosa l’informativa dovrebbe spiegare cosa si intende con il termine dato personale; secondo la definizione dettata dal GDPR, questa espressione viene usata per indicare qualsiasi informazione che riguarda una persona fisica che sia identificata o anche solo identificabile.
Queste informazioni vengono sottoposte ad un trattamento, parola con cui si definisce ogni operazione che viene compiuta e applicata ai dati personali: si parla quindi della raccolta, della registrazione, della conservazione, della modifica, della consultazione, dell’uso e così via. Il titolare del trattamento dei dati è la banca, che deve agire nella massima trasparenza, informando in modo chiaro e dettagliato i mezzi e le finalità delle varie operazioni eseguite e che possono coinvolgere i dati personali.
Il trattamento dei dati può essere considerato lecito solo se la finalità rientra tra le basi giuridiche valide indicate dal GDPR. La base giuridica in questione è il legittimo interesse e la finalità è rappresentata dalla tutela della sicurezza delle persone che entrano nei locali della banca e dei beni e del patrimonio dell’istituto.
Quando è presente un interesse legittimo, non è necessario richiedere il consenso per il trattamento dei dati. I dati personali vengono trattati attraverso diversi strumenti (manuali, telematici o informatici); l’informativa sulla videosorveglianza delle banche deve spiegare anche a chi possono essere comunicati e trasmessi i dati trattati: di norma non viene fatto, ma possono essere trasmessi (sempre rispettando le finalità indicate nell’informativa) a soggetti terzi -espressamente nominati- in quanto responsabili e a Forze dell’Ordine e Autorità Giudiziaria.
Conservazione immagini videosorveglianza banche
Sull’informativa della videosorveglianza delle banche devono essere specificate anche le modalità e la durata di conservazione delle immagini raccolte.
I dati vengono conservati su supporti durevoli, che possono essere magnetici o ottici, per un periodo di tempo che viene considerato adeguato al raggiungimento delle finalità previste dall’informativa stessa. Di norma la durata massima della conservazione delle immagini è pari a sette giorni: allo scadere di questo lasso di tempo, i dati vengono cancellati. Solo in caso di richiesta della Polizia Giudiziaria, dell’Autorità e in seguito ad eventi criminosi o accessi non autorizzati c’è la possibilità che questo periodo di conservazione si allunghi.
I sette giorni sono un’eccezione alle regole generali imposte dal Garante della Privacy per quanto riguarda la conservazione delle immagini catturate dalle telecamere di videosorveglianza, che nei casi “normali” è limitata a 24 ore (che in determinate situazioni possono essere estese a 48). Alcune banche hanno scelto di stabilire dei tempi di conservazione più lunghi per le immagini che riguardano alcuni locali, come ad esempio i depositi di beni artistici, i depositi di garanzie ed i caveau





